‘’Penso che il baseball, negli anni, sia cambiato molto. (…). In questo sport, più turni di battuta fai più migliori ma, con il campionato degli ultimi anni in cui un giocatore fa 8/10 turni a settimana, la crescita dell’atleta è difficile, così come sperare di riuscire a formare giocatori di livello internazionale…’’ Questi sono alcuni dei concetti che, l’ex ricevitore dell’UnipolSai Fortitudo Bologna e della nazionale italiana, ha espresso nell’intervista sottostante.
Esordiente a soli 18 anni nella massima serie di baseball italiano con la Fortitudo Bologna, è stato uno degli artefici dello scudetto fortitudino (5° della storia bolognese) con una media battuta di .430 e 45 RBI nel Poule Scudetto del 1984. Quello sarà il suo unico titolo italiano sotto le due torri. Nel campionato seguente realizzò il record di run e RBI in una singola stagione italiana con 106 punti segnati e 102 punti battuti a casa in 67 partite. Nel 1987 arrivò la sua prima Tripla Corona (miglior media battuta, maggior numero di HR e maggior numero di RBI), con una media battuta di .474, 27 fuoricampo e 72 punti battuti a casa. Nel 1989 chiuse la sua esperienza bolognese diventando un giocatore del Mediolanum Milano. Successivamente vestì le divise di Parma, Modena e Rimini prima di appendere il guanto al chiodo nel 1999 e dal 2009 è entrato a far parte della Hall Of Fame del baseball italiano. Ad oggi è ancora l’unico giocatore ad aver vinto 2 Triple Corone, realizzato 288 homerun,1170 RBI e segnato 1106 punti. Infine è 3° di tutti i tempi per numero di battute valide realizzate (1307) e 4° per media battuta in carriera (.384).
Dal tuo esordio, nel 1981, ad oggi come è cambiato, secondo te, il baseball italiano?
“Penso sia cambiato molto, non il gioco in sé ma tutto quello per cui uno sport è seguito, o meno, dai media. Il baseball era molto più seguito. Gli stadi erano pieni, circolavano più soldi, più sponsor e quindi la possibilità di praticarlo, quasi a livello professionistico. Essendoci molte più squadre in serie A, si giocavano molte più partite settimanalmente e anche con la nazionale ed il club Italia giocavamo partite infrasettimanali e stage all’estero (esempio: Cuba, USA…). In questo sport più giochi più migliori ed è veramente difficile, con 8/10 turni di battuta settimanali, sperare di far crescere i giovani e pensare di farli diventare dei giocatori di livello internazionale.’’
Sei detentore di diversi record: triple corone realizzate, fuoricampo battuti, punti segnati e punti battuti a casa. Pensi che qualcuno potrà mai fare meglio di te in questi riconoscimenti?
‘’Spero che qualcuno lo faccia ma, come detto, con cosi poche partite e cosi pochi turni di battuta credo sia difficile’’
Nel 1982 sei stato ad un passo dai Baltimore Orioles. Come è stata l’esperienza del ‘’provino’’ per la squadra americana? Segui ancora la Major League? Se sì, per chi tifi?
“Di rientro dai mondiali juniores a Columbus (Ohio), giocammo una partita dimostrativa nello stadio dei Baltimore Orioles contro una squadra di Minor League. Giocai abbastanza bene e feci anche un fuoricampo. Ero giovanissimo e mi chiesero subito di firmare ma, la Federazione Italiana, si mise di traverso e convinse a mia insaputa Tom Giordano, allora General Manager degli Orioles, di lasciarmi in Italia in vista delle Olimpiadi di Los Angeles. Seguo tuttora il baseball, non solo la Major League, ma non ho una squadra preferita.”
Nei tuoi 9 anni con la Fortitudo hai vinto 1 scudetto ed 1 coppa campioni. Hai qualche rimpianto di quelle stagioni? Avreste potuto vincere di più o i 2 titoli del 1984 e del 1985 era il massimo che si poteva ottenere?
“La concorrenza era tanta, c’erano tante squadre che potevano farti lo ‘’sgambetto’’ tutti i weekend. Nei 2 anni da te citati abbiamo vinto il campionato e la coppa campioni. Sicuramente avremmo potuto vincere qualcosa in più, avevamo una squadra completa e forte ma la sorte, in alcune occasioni, ci ha giocato contro, come ad esempio contro il Rimini quando, in vantaggio nella sfida, la pioggia ha costretto gli arbitri a sospendere la gara che poi abbiamo recuperato, e perso, il giorno dopo. “
Tra nazionale e Fortitudo hai giocato con grandi atleti che hanno fatto la storia del baseball italiano. Con chi hai legato maggiormente? Con chi sei ancora in contatto?
“Sento ancora molti miei ex compagni di squadra e, anzi, li saluto tutti. Oggi ho la fortuna di poter ancora frequentare 2 leggende viventi di questo sport come Stefano Manzini e Paolo Ceccaroli “
Segui ancora l’UnipolSai Fortitudo? Che rapporto hai con il baseball di oggi?
“Si, seguo ancora quotidianamente il campionato italiano, non solo la Fortitudo. Ad oggi collaboro con il Parma baseball “
Manda un saluto a tutti i tifosi della squadra.
“Ho ancora tanti amici a Bologna, li saluto tutti affettuosamente e gli do appuntamento questa estate sui campi da gioco ’’