Il nuovo ospite, il primo in questo 2022, della rubrica dedicata ai giocatori che hanno fatto la storia dell’UnipolSai Fortitudo baseball è l’ex capitano biancoblu Stefano ‘’Bidi’’ Landuzzi. Nativo di Bologna iniziò a giocare all’età di 8 anni al ‘’Falchino’’ il campo dei ragazzini adiacente al ‘’Gianni Falchi’’. Da quel momento in poi la sua strada e quella della Fortitudo non si separarono più se non per una singola stagione, nel 1993, quando disputò il campionato con le Calze Verdi di Casalecchio. L’esordio in prima squadra avvenne nel 1991, a soli 18 anni, con un fuoricampo al suo primo turno di battuta con i grandi. Dal suo approdo in prima squadra, Bidi disputa oltre 700 partite tra campionati e coppe vincendo 3 scudetti, 5 Coppa Italia ed 1 Coppa Campioni. Il suo addio al baseball giocato è avvenuto dopo lo storico titolo europeo di Barcellona 2010 quando, da capitano, sollevò la coppa europea prima di appendere il guanto al chiodo. In carriera, inoltre, ha vestito la divisa della nazionale ai Mondiali del 1998, agli Europei del 1999 ed alle Olimpiadi di Sydney 2000. Terminata la carriera da giocatore ha iniziato quella da dirigente nelle Blue Girls prima di approdare, lo scorso anno, nell’UnipolSai Fortitudo baseball.
Del tuo esordio in prima squadra nel lontano 1991 cosa ti ricordi di quel giorno e come è stato realizzare un fuoricampo al primo turno di battuta tra i grandi?
Esordire in prima squadra per un ragazzo di 18 anni è una grandissima emozione e un sogno che si realizza. Nello specifico, in quel pomeriggio al Kennedy, ricordo quando in manager di allora, Toro Rinaldi, mi ha guardato e detto: ‘’vai a fare un turno”, non volevo crederci. Con molta emozione e ingenuità sono entrato nel box per affrontare il grande Cherubini , lanciatore della Mediolanum. Non ricordo bene il conto, ma ricordo la battuta che volava verso l’esterno sinistro, fuori dal campo. Ero incredulo di quello che avevo fatto ma dentro di me avevo una gioia immensa. Potete immaginare le birre che ho dovuto portare.
In 18 anni con la maglia biancoblu quali sono i tuoi ricordi più belli e quali, invece, quelli più brutti?
In 18 anni di carriera di momenti belli ne ho vissuti tanti. Vincere il primo scudetto nel 2003 dopo un’astinenza di 19 anni e la coppa campioni da capitano sono 2 di questi. Il momento più brutto, per me e tutta la Fortitudo, è stata la scomparsa di Robert Fontana. Non lo dimenticherò mai.
Nei tanti anni in Fortitudo hai avuto la possibilità di conoscere e giocare con tanti campioni. Quali sono stati i compagni di squadra più importanti per la tua crescita e quali sono quelli con cui hai legato maggiormente?
Ho giocato insieme a grandi campioni e da tutti loro ho sempre cercato di imparare qualcosa che potesse farmi crescere dentro e fuori dal campo. Quando ero piccolo andavo a vedere i miei idoli dell’allora ‘’Beca carni’’: Matteucci, Landuzzi Andrea, Radaelli ecc. Ho avuto il grande onore di giocarci assieme. Da loro ho imparato tanto e di questo li ringrazio.
Hai vinto tanti titoli da giocatore tra cui la Coppa Campioni del 2010. 9 anni dopo sei stato tra coloro che hanno lavorato alla realizzazione della Coppa proprio a Bologna, con l’UnipolSai che ha trionfato in finale contro Amsterdam. Come è stato vivere tale competizione dall’altro lato della riga di foul?
Vivere certe competizioni fuori dal campo, per un ex giocatore, è terribile, vorresti esseri lì dentro con loro. Abbiamo organizzato, come società, un evento incredibile e colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ne hanno preso parte. I ragazzi hanno fatto un’impresa davanti a migliaia di persone e tifosi. Ero al settimo cielo per il grande lavoro svolto fuori e dentro al campo e per il mio amico, compagno di stanza per tantissimi anni, il manager Frignani Daniele che non era mai riuscito a vincerla.
Chiusa la carriera da atleta sei diventato uno dei dirigenti delle Blue Girls. Che piani vi eravate prefissati all’inizio di questa avventura con le ragazze di Pianoro? Li avete raggiunti?
Le Blue Girls saranno sempre nel mio cuore. Assieme al mio amico ‘’Lele’’, nel 2010, ci hanno proposto un progetto nel softball e si trattava del Pianoro softball. Ci siamo impegnati tantissimo per riportare questa società al posto che meritava nel palcoscenico nazionale. Promozione in serie A1, settore giovanile con tecnici di alto livello e riqualificazione della struttura come il campo e non solo. Sono felice di aver lasciato questa società in ottime mani come quelle di Lentini Ivan, “nuovo presidente”, il quale collabora attivamente con la società Fortitudo.
Da un anno sei entrato a far parte dell’organigramma dell’UnipolSai Fortitudo. Quale è il tuo ruolo e di cosa ti occupi?
Dopo l’avventura della Coppa Campioni e delle qualificazioni olimpiche, la società mi ha proposto di entrare nel consiglio direttivo come responsabile del campo. Ruolo importante e molto intenso soprattutto in stagione regolare. Sono consapevole che bisogna migliorare tanto ma farò di tutto per farlo e per aiutare al meglio la società.
Manda un saluto ai tifosi della squadra
A tutti i tifosi dico GRAZIE per l’amore che hanno per questa società. Tutti i risultati che vengono raggiunti sono anche loro. Il momento che viviamo non è facile ma tenete duro, vi auguro tanta normalità.